Lunedì 16 Aprile

Tutti a scuola di fake news!

Al Festival Internazionale del Giornalismo lab di media literacy per le scuole

 

Il Festival Internazionale del Giornalismo apre uno spazio interamente dedicato alla partecipazione delle scuole. Da 12 anni il Festival è occasione di confronto e formazione per cittadini, studenti e professionisti, ma mai prima d'ora aveva incluso nel proprio programma un'intera sezione dedicata alla media literacy per i ragazzi delle scuole, i loro insegnanti e i loro genitori con un programma di laboratori pratici in cui sperimentare contenuti, metodologie e strumenti.  

«Tutti a scuola!»

È un luogo, dove grazie anche al contributo di FS Italiane, circa 200 studenti con i propri insegnanti hanno potuto partecipare ad attività pratiche in cui sviluppare competenze di cittadinanza digitale, media literacy e coding tramite workshop, giochi e discussioni.

Tutte le foto incluse in questo articolo sono opera dei fotoreporter IJF18:
• Alessandro Mingliardi
• Guendalina Ferri
• Mattia Consiglio
• Francesco Cuoccio 
• Andrea di Valvasone

DUE laboratori per la scuola

Non è vero, ma ci credo!
Circa 160 studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado hanno partecipato ai laboratori di «Tutti a scuola!» vestendo di volta in volta i panni di giornalisti di inchiesta o di esperti della rete.

Prove pratiche ed esercitazioni di gruppo hanno trasformato i piccoli partecipanti in esperti fact checkers. Il fact checking, letteralmente "controllo dei fatti", è una pratica molto sofisticata di verifica delle notizie che sta attualmente impegnando gruppi di giornalisti e ricercatori in ogni parte del mondo. Nasce come fenomeno di contrasto alla diffusione di fake news.

In piccoli gruppi le bambine e i bambini hanno messo in pratica conoscenze teoriche e strumenti pratici per la verifica delle notizie proposte. Tra gli strumenti ammessi: interviste, ricerca in quotidiani cartacei, ricerca online. Tutti hanno raggiunto la verità, motivando di fronte ai compagni, il proprio percorso e le proprie argomentazioni. 

Gli esperti della rete hanno invece testato la propria competenza attraverso il videogioco Interland del progetto Be Internet Awsome, sviluppato da Google e tradotto da KIDSBIT per l'occasione. Rispondere alle domande per attraversare gli schemi di gioco superando gli ostacoli è stato il pretesto per discutere tematiche legate all'uso quotidiano della rete come: 

• sicurezza
• social network
• cyberbullismo
• privacy

Se vedo, credo?

Gli studenti delle scuole superiori di secondo grando, si sono invece cimentati nell'analisi e nella codifica delle immagini, statiche e in movimento chiedendosi: "Può la fotografia mentire? E il video?".

Le immagini e i video costituiscono la tipologia di contenuto maggiormente condivisa in rete. I fattori di questo fenomeno sono davvero innumerevoli: dalla democratizzazione e conseguente diffusione delle tecnologie che producono immagini, ai nuovi tempi di fruizione dell' informazione, passando per mille altri fattori non sintetizzabili in questo breve racconto.

La realtà è che tutti noi possediamo uno smartphone dotato di fotocamera. In Italia ogni 60 secondi vengono scattate e condivise 3.572 foto, ovvero 5 milioni al giorno.* Ogni sito web di informazione anche ufficiale utilizza le potenzialità mutimediali della rete per arricchire i propri contenuti di immagini, video o fotografiche.

La verità però può talvolta essere anche molto distante da quanto vediamo nei nostri schermi. Il fotomontaggio e il video-montaggio nell’era del digitale hanno facilitato un processo di falsificazione del reale che già avveniva con la comunicazione analogica.

Dopo un breve viaggio indietro nel tempo, all'origine delle immagini contraffatte, i giovani debunkers (nel linguaggio dell'informazione: chi lavora per smarscherare una notizia falsa) hanno testato come basta l'utilizzo di una app, per riprodurre tecniche come face swapping o lip synching, talvolta usate malevolmente per manipolare la realtà.

 

*OnePoll per Samsung

 

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A guidarci poi in un viaggio super approfondito nella linea di confine che sepera la verità dalla falsificazione è arrivata Gabriela Jacomella, autrice del libro Il Falso e Il Vero, una guida introduttiva al fenomeno delle fake news dedicata proprio ai ragazzi.

Dati alla mano, con parole semplici e dirette ha coinvolto la giovane platea in un'analisi pratica agli strumenti di verifica. 

Gabriela Jacomella, giornalista, diplomata in Lettere e Filosofia alla Normale di Pisa, ha lavorato per quasi un decennio al Corriere della Sera (con una pausa come fellow al Reuters Institute di Oxford), prima di trasferirsi in Sud Sudan per occuparsi di formazione dei giornalisti locali. Nel 2013, con lo scoppio del conflitto nel Paese, ritorna in Italia. Nel 2016 fonda, con Nicola Bruno e Fulvio Romanin, Factcheckers.it, associazione no profit che promuove l’educazione ai media e l’educational fact-checking. Dall’ottobre 2017 è Policy Leaders Fellow alla School of Transnational Governancedell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, con un progetto di ricerca su disinformazione e policies transnazionali. 

PICCOLO GLOSSARIO 

Media Literacy: letteralmente alfabetizzazione mediale, individua pratiche e attività finalizzate alla costruizione e allo sviluppo di competenze strategiche nella fruizione critica, comprensione e alla produzione di contenuti mediali digitali.

Fact Checking : letteralmente verifica dei fatti, consiste in un accurato lavoro di accertamento di avvenimenti citati e dei dati usati in un testo o in un discorso.

Debunker: in italiano: sbufalatore, demistificatore o disingannatore, è una persona che mette in dubbio o smaschera ciarlatanerie, bufale, affermazioni o notizie false, esagerate, antiscientifiche, dubbie o pretenziose.

Face Swapping: tecnica che consiste nello scambiare digitalmente i tratti del viso tra due soggetti ritratti in una foto.

Lip Synching: è un termine tecnico per far corrispondere i movimenti delle labbra di una persona che parla o canta con una voce cantata o parlata preregistrata.